L’inconscio è bloccata in una foto, bianco e nero, lei osserva e come in loop, attraversa gli oceani del tempo per trovarti


TITOLO: Iscuritat (Art Has No Diplomacy)

CATEGORIA: Music video

PRODUZIONE: –

REGIA: Claudio Melis + Serena Pilloni

SITO: www.mebitek.com

CITTA’: Mogoro (Oristano)

NOTE SUL REGISTA: Produttore musicale e videomaker attivo nella scena musicale dal 2002, sono stati prodotti 9 miei vinili, alcuni EP e un CD a marzo per l’etichetta discografica sarda nootempo. Negli ultimi anni stò creando musica cinematica e i video con l’aiuto della creativa e videomaker Serena Pilloni

CAMERA USATA: canon hf g25

PROGRAMMA MONTAGGIO: After effect


 

Come una pantomima dell’inconscio umano, ogni eone si muove attorno, provando a scappare gentilmente dalla luce e dall’oscurità trasformandosi in un primoridale, bizzarro demone pazzo ma in catene, inesorabilmente, tutto continua a vivere nella tua testa. “L’inconscio non è solo il male per sua natura, è anche la fonte del sommo bene: non solo buio, ma anche la luce, non solo bestiale, semiumano, e demoniaca ma sovrumano, spirituale e, nel senso classico della parola, divina”. Carl Gustav Jung


TITOLO: The Unconscious (Cinematic Movement)

CATEGORIA: Music video

PRODUZIONE: –

REGIA: Claudio Melis + Serena Pilloni

SITO: www.mebitek.com

CITTA’: Mogoro (Oristano)

NOTE SUL REGISTA: Produttore musicale e videomaker attivo nella scena musicale dal 2002, sono stati prodotti 9 miei vinili, alcuni EP e un CD a marzo per l’etichetta discografica sarda nootempo. Negli ultimi anni stò creando musica cinematica e i video con l’aiuto della creativa e videomaker Serena Pilloni

CAMERA USATA: cellulare Asus zenfone 3

PROGRAMMA MONTAGGIO: After effect


 

Premessa: L’”IO”, il protagonista del video, ha fatto uccidere “Unconscius”, il personaggio femminile, dai suoi eoni, ovvero le sue parti (la parte oscura, la parte buona e la parte malata). “Unconscious”, morendo, porta di conseguenza con sé anche le sue proprie parti. L’”IO”, dopo aver raggiunto il suo obiettivo, mette i corpi in dei sacchi di plastica neri, e li trasporta verso il suo laboratorio. Quindi, “IO” si avvia verso il suo laboratorio. Avendo eliminato le sue proprie parti (Inconscio, nel quale poi risiedevano la parte buia, la parte pura e la parte malata) si trova spaesato, quasi perso. Vaga per le strade, alternando momenti di spaesamento a momenti di impazienza e di pazzia. Finalmente arriva sull’uscio del suo laboratorio. ”IO” è ora nel laboratorio. Ha ancora addosso la sensazione di spaesamento, si sente perso. Per questo cerca di nascondersi, di trovare un posto dove sentirsi al sicuro. Si nasconde sotto un macchinario ma non riesce a trovare pace. Il rimorso inizia ad insinuarsi. Il pentimento la sua conseguenza. Inconscio ancora in vita il suo desiderio. ”IO” si è ormai deciso a riportare in vita Inconscio. Affianco a lui un cesto pieno zeppo di bambole. Cerca ansiosamente, come se sapesse già cosa sta per trovare. Ed infatti LA trova. La bambola che rappresenta Inconscio. Con dei cavi e due pinze si unisce alla bambola. Scarica elettricità su di lei, più volte. Inconscio, ormai fuori dal suo sacco nero ma ancora in catene, quasi dando continuità alle azioni di “IO”, inizia a muoversi, per conseguenza alle scariche elettriche rilasciate sulla bambola. Inconscio riprende vita, una lacrima le solca il viso. “IO” ha un rapporto morboso con lei, nel bene e nel male. La ama e la odia. Inconscio è vestita solo di una sottoveste bianca, senza velo, senza corona, ha perso il suo valore. “IO” la riveste, la pettina con cura, le lava i piedi, le sta morbosamente addosso. Alterna, però, anche momenti in cui vorrebbe farle del male, in un vortice bipolare. Inconscio, tornata sé stessa, per lo meno esternamente (ha ancora lo sguardo perso nel vuoto), viene condotta da “IO” di fronte a una cabina, un monolite nero, del quale non si vede neanche un ingresso. Il protagonista la conduce all’interno della cabina. Inconscio, come una cavia imprigionata in una gabbia, tenta di uscirne, di aprire un varco con le unghie, urla e si dimena. Dopo poco, la cabina è vuota, Inconscio è sparita.


TITOLO: MebiStep (Beget Movement)

CATEGORIA: Music video

PRODUZIONE: –

REGIA: Claudio Melis + Serena Pilloni

SITO: www.mebitek.com

CITTA’: Mogoro (Oristano)

NOTE SUL REGISTA: Produttore musicale e videomaker attivo nella scena musicale dal 2002, sono stati prodotti 9 miei vinili, alcuni EP e un CD a marzo per l’etichetta discografica sarda nootempo. Negli ultimi anni stò creando musica cinematica e i video con l’aiuto della creativa e videomaker Serena Pilloni

CAMERA USATA: canon hf g25

PROGRAMMA MONTAGGIO: After effect